Titolo: Death
Metal
Autore: Tito
Faraci
Data di uscita: 03 settembre 2013
Editore: Piemme
Prezzo: 15,50
€
Pagine: 292
Trama
Immaginate
di essere in viaggio con i vostri amici su un fantastico furgoncino Westfalia
che perde olio ed è scomodo da morire. State andando al concerto del secolo: i
mitici Tiamat suonano a un festival death metal, in un paesino disperso nella
campagna dell'Oltrepò pavese, e voi siete stati chiamati per fargli da
spalla... Be', non esageriamo: Lorenzo, Stefano, Matteo, Barbara e Walter,
ovvero gli Snake God Hunters, sono solo capitati in scaletta prima dei loro
idoli, ma saliranno comunque sullo stesso palco ed è il giorno migliore della
loro vita. Sono partiti all'alba dalla Puglia e non ne possono più di
viaggiare, ma il problema non è questo. Il problema è che si sono persi nella
nebbia, lungo un fiumiciattolo che nemmeno è segnato sulle mappe, e c'è un
camionista impazzito che li incalza e fa di tutto per buttarli fuori strada. È
a questo punto che tutto comincia ad andare storto...
Ma buon anno a tuuttiiii!
L’avevo già detto?! Oggi vi voglio parlare di un libro che rientra nel genere
Young Adult ma che potrebbe tranquillamente essere rivolto a ogni fascia di
età, ma soprattutto agli amanti del genere
horror. Ora, è doverosissima da parte mia una piccola premessa (e quando
mai?!): io sono una patita di film horror. Nel senso che amo guardarli. Ma
anche non guardarli. Mi capita spesso di decidere di guardare un film horror
per una sorta di masochismo credo, e di continuare ad infierire su me stessa
nonostante la consapevolezza che “no me regge il cuore” alle scene di paura.
Però ripeto: sarò masochista, e quindi li guardo! Assodato questo, inizio
dicendo che una cosa è guardare un film horror, tutt’altra storia è leggere un libro
horror. Nella mia infanzia, quando ero ancora alla ricerca del genere “adatto a
me”, mi è capitato di leggere qualcosa di Stephen King (uno su tutti che mi è
rimasto impresso è Misery non deve morire,
del quale se non ricordo male hanno anche fatto il film) e non mi era
dispiaciuto. Amo il brivido. Bramo il brivido (sin dall’infanzia?! Si si cari
amici, sin dall’infanzia) e quando ho iniziato la lettura di Death Metal a dirla tutta, forse perché
non leggevo da anni un horror, non avevo aspettative. Ora, non voglio
sviolinare sul fatto che sia un libro bellissimo e che mi abbia emozionato
tanto, però non è stata nemmeno una lettura pesante. Una struttura non molto
lineare ma comunque abbastanza scorrevole, ho apprezzato molto la semplicità
del linguaggio usato e la giusta dose di suspense nella narrazione. In Tito
Faraci c’è un po’ di Stephen King, sebbene sia riuscito a mantenere intatta la
propria personalità. Ammetto che tra i mille personaggi che spuntavano qui e là
ho fatto abbastanza confusione, ma mi ha fatto sorridere anche la scelta dei nomi:
da Mangiamerda (e non chiedetemi da dove deriva ‘sto nomignolo. Chiedete allo
scrittore magari!) a Manzotin (anche qui no comment), dal Secco al Biondo, non ho potuto far altro che concedermi una
risata tra un capitolo e l’altro. Fino a quasi la fine del libro non capivo il
senso di alcune situazioni (delle quali ovviamente non posso dirvi niente.
Altrimenti poi dovrei uccidervi.) però effettivamente alla fine tutto diventa
più chiaro. Ho provato simpatia per questa band
di ragazzi pugliesi (simpatia per ovvi motivi campanilistici!) che a bordo di un furgoncino stile
Scooby-Doo partono per andare ad un festival di metallari nell’Oltrepò Pavese.
Solo che a un certo punto si perdono in un paesino sperduto
(Malacarta…si chiama proprio così ed è già presagio di cose moolto brutte) e
qui cominciano a succedere le cose più assurde e impensabili. Ammetto che a un
certo punto ho anche pensato sbucasse qualche zombie da qualche parte (no
tranquilli, non è successo!) però la storia che si svolge tutta in una intera
notte vede la presenza di molti personaggi, abitanti del paese, poliziotti, ragazze, un gigante con la faccia da bambino, all'apparenza tutti molto normali ma in realtà uno più psicopatico dell'altro. Gli amanti del genere sono sicura non
disdegneranno questa lettura, anzi sono certa che piacerà abbastanza, ma se c’è
qualcuno debole di cuore (Tessa
sorry!) beh…sappiate che è una lettura da cardiopalma e che vi
regalerà un brivido dopo l’altro! Tutti avvisati!
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